Una fase difensiva da zona retrocessione compromette la corsa Champions
Il 5-0 subito contro il Bologna rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme per una Lazio sempre più in difficoltà. La disfatta ha permesso ai felsinei di scavalcare i biancocelesti in classifica, ma soprattutto ha evidenziato problemi strutturali che rischiano di compromettere l’intera stagione.
Non si tratta di un episodio isolato: lo 0-6 interno contro l’Inter , il peggior risultato casalingo nella storia del club, testimonianza di una fragilità difensiva preoccupante e sistematica.
Una retroguardia da bassa classifica
I dati parlano chiaro e sono impietosi : con 41 reti subite nelle prime 29 giornate, la Lazio di Baroni può vantare solo la dodicesima difesa del campionato. Un dato allarmante se si considera che il Venezia, penultimo in classifica, ha incassato appena un gol in più (42).
Ancora più sconcertante il confronto con il Monza, ultimo in graduatoria, che ha subito addirittura 8 reti in meno rispetto ai biancocelesti. Difficile, con questi numeri, ambire alla zona Champions League.
Non è solo una questione di goleade: la squadra non riesce a mantenere la porta inviolata . Nelle prime 29 giornate di campionato, la Lazio ha registrato solo 6 clean sheet, un dato insufficiente per una squadra con ambizioni europee.
Come in le migliori slot machine online offerte da parkslots.com , dove le probabilità di successo diminuiscono drasticamente senza una strategia efficace, anche nel calcio una difesa così permeabile riduce significativamente le possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati.
Provato in difficoltà
Un dato curioso riguarda il portiere Ivan Provedel, uno dei punti di forza della passata stagione. Nella sua ultima annata allo Spezia (2021-22), l’estremo difensore era riuscito a mantenere sei volte la porta inviolata nelle sue prime 24 partite.
Con la Lazio, in questa stagione, ha raggiunto lo stesso numero di clean sheet ma in ben 29 giornate. Un calo di rendimento evidente , probabilmente influenzato dalla minore protezione offerta dal reparto arretrato.
Il crollo in classifica: punti persi e sorpassi subiti
Se al termine della 18ª giornata la situazione sembrava decisamente favorevole, con 15 punti di vantaggio sulla Roma , 4 sul Bologna, 3 sulla Juventus e 8 sul Milan, nel giro di appena 11 giornate il quadro è completamente mutato.
Attualmente i biancocelesti si ritrovano con soli 2 punti di margine sulla Roma (perdendone ben 13 nel confronto), sono stati superati dal Bologna (-2, con 6 punti persi nel confronto diretto), dalla Juventus (-1, cedendo 4 punti) e hanno visto ridurresi il vantaggio sul Milan a soli 4 punti (perdendone altri 4).
Otto sconfitte: troppe per ambire all’Europa
Un altro dato preoccupante riguarda il numero di ko: 8 sconfitte rappresentano il doppio di quelle subite dal Bologna (4), diretta concorrente per un posto nelle competizioni europee.
Come evidenziato in uno studio interessante sul significato dei numeri nel calcio , così come i numeri di maglia possono influenzare le prestazioni dei giocatori per ragioni psicologiche, anche le statistiche difensive hanno un impatto profondo sul morale e sulla fiducia dell’intera squadra.
A rischio la qualificazione alle coppe
Con questi numeri e questo trend negativo, la qualificazione alle competizioni europee è seriamente a rischio. Il crollo verticale delle ultime settimane ha vanificato quanto di buono fatto nella prima parte della stagione.
La squadra di Baroni ha ora davanti a sé un finale di campionato in cui dovrà necessariamente invertire la rotta, soprattutto dal punto di vista difensivo, se vuole ambire ancora ai piani alti della classifica.
Sarà fondamentale per il tecnico trovare soluzioni efficaci per blindare una difesa che, al momento, sembra fare acqua da tutte le parti, compromettendo il lavoro svolto in fase offensiva e penalizzando i risultati complessivi della squadra.
Il tempo stringe e le concorrenti non sembrano intenzionate a rallentare: per la Lazio è il momento di una reazione immediata per non vedere sfumare definitivamente le ambizioni europee che, fino a poche settimane fa, sembravano ampiamente alla portata.